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stefano boccalini

   

RANDOM MAP-
traditional costume, 2003
coloured cloth, wool thread
RANDOM MAP-
costume popolare, 2003
panno colorato, filo di lana

Exhibitions   (selection)
2000 Sehenswerdigkeiten, at the Galerie im Kunsthaus Essen, Essen
2000 Periscopio 2000 at Palazzo delle Stelline, Milan
2000 Homo Ludens at the Museo de Arte Moderno de Buenos Aires
2000 Auguri Monica. Insediamento provvisorio, a five-day group performance at the Galleria Bordone, Milan
2001 A sense of well-being: loss, history and desires, Palazzo Terme Imperiali, Karlovy Vary, Czech Republic
2001 Globe: la torre di Babele, Museum of Contemporary Art, Villa Croce, Genoa
2001 Sleepy island, Isola Art Project 1, Milan
2002 Orange Noise, at the Accademia di Belle Arti in Florence
2003 Fragments d’un discurs italien, Musèe d’art Moderne et Contemporain Mamco, Geneva, Switzerland
2003 I semi di J. Beuys, Artandgallery, Milano
2003 Networking le città della gente / town meeting, S.E.S.V., Florence

 

 

 

The exhibit, Random Map, consists of a cape, a traditional costume fixed to the wall, with a series of photographs alongside that place it within a collective and social system. “It is a map of the world” says the artist, “where the continents overlap each other forming new borders, a chance arrangement that is not definitive, proposed as a fluctuating state, a metaphor of the world where borders planned by higher authorities are unable to resist the pressure of new migratory movements seeking integration, and thus in fact creating a crisis situation among the established order.

It is a map that one can wear, a poncho that can become a carpet or a blanket (...) the relationship between man and the world in which he lives might become a place where the individual can create a relationship with others that goes beyond all limits and borders and beyond all possible differences.”

The aesthetic-conceptual aspect of the work has nothing in common with solipsistic solutions; it is related to a contemporary social reality and its evolution; its meaning relies on this as is evident from the photos beside the cloak, and consequently it is very close to the theoretical assumptions of the Brazilian neo-concrete movement. Both Boccalini's Random Map and Parangolés by Helio Oiticica are works that are closely related to the social fabric and environment through which they create 'perceptive-structural relationships' as the Brasilian artist defines them, between the work and the context that surrounds us. We can wear Random Map in the same way that we can wear Parangolés – it is a kind of banner or cloak and the work takes shape only when we put it on – that is the start of the 'expressive act' of the Brazilian neo-concrete movement, in the sense that the action is the ultimate manifestation of the work.

Art claims to be an unregulated dialogue, a constant perception of its period, a means of expression that can re-dimension and refute all physical, geographic and mental limits. The work emerges at the meeting point of an ideal open mental space and a truely sensitive experience.

Stefano Boccalini was born in Milan, 1963, where he still lives and works.

 

 

 

Random Map è un lavoro composto da un abito, un costume popolare, fissato ad un muro con accanto una serie di fotografie che contestualizzano l’abito all’interno di un sistema collettivo e sociale. “É una mappa del mondo - scrive l’artista - dove i continenti si sovrappongono e formano nuovi confini, un ordine casuale, non definitivo, che si pone come una possibile condizione mutabile, una metafora del mondo dove faticano a resistere i 'confini' pianificati dall’alto sotto la pressione dei nuovi flussi migratori che spingono verso una integrazione che di fatto mette in crisi gli ordini prestabiliti.

É una mappa da indossare, un poncho che può diventare un tappeto o una coperta, (…) il rapporto tra l’uomo e il mondo che lo circonda una sorta di luogo da abitare dove l’individuo si rapporta con gli altri individui al di là di ogni possibile confine e al di sopra di ogni possibile differenza.”

La dimensione estetico-concettuale dell’opera è lontana da ogni chiusura solipsistica, dialoga con la realtà sociale contemporanea, con suoi cambiamenti, e da essa trae senso (ciò è manifestato anche dalle foto accanto all’abito), è molto vicino, in questo senso, a i presupposti teorici del movimento neo-concreto brasiliano. Sia il Random Map di Boccalini che I Parangolè, di Helio Oiticica, sono lavori che si legano strettamente al tessuto sociale e all’ambiente, stabilendo in questo modo ‘relazioni percettivo strutturali ’, come le definisce l’artista brasiliano, tra l’opera e il contesto in cui si muove. Indossiamo il Random Map così come possiamo indossare il Parangolè, una sorta di stendardo o mantello, e nel momento in cui l’indossiamo l’opera prende forma; è l’inizio di ciò che il neo-concretismo brasiliano definisce ‘atto espressivo’, nel senso che l’azione è la pura manifestazione dell’opera.

L’arte si attesta come dialogo non codificato, percezione continua del proprio tempo, espressione in grado di ridisegnare e confutare ogni limite fisico, geografico e mentale, da qui l’opera, come incontro di una libera spazialità mentale ed ideale attraverso il concreto dell’esperienza sensibile.

Stefano Boccalini nasce a Milano nel 1963, dove vive e lavora.