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carlo cantini

   

Hotel Porta Rossa, 1974
black and white photographic print
(collaboration with Remo Salvadori)
30 x 20 cm
Hotel Porta Rossa, 1974
Stampa fotografica in bianco e nero
(lavoro eseguito insieme a Remo Salvadori)
cm. 30 x 20

Exhibitions   (selection)
1993 Incontri, d’Arte at the Primo Conti Foundation, Fiesole
1994 Quindici ritratti in rosso fiorentino Galleria Genius, Pistoia
1994 Immani(a)zione Palazzo del Podestà, Montevarchi
1996 Viaggio a Oriente, Chiostro dell’Ammannati, Florence
1998 Rittra(a)zione at Galleria La Corte, Florence
1999 Doppiosogno at Villa Romana, Florence
2002 Carlo Cantini. Un percorso nel tempo 1970-2000, Marino Marini Museum in Florence
2003 Il giardino degli incontri, Villa Grappoli, Pistoia

 

 

 

His varied artistic career began by learning the art of photo-engraving and was followed by a period as a journalistic reporter, though this did not last long as this aspect of photography did not sufficiently communicate his innermost feelings.

His next step was to open a studio in the area of Santo Spirito in Florence; he came into contact with artists and not only photographed their works, but also rediscovered, visually, the fascination of artistic creativity. His works always present a highly personal interpretation of the artistic and ideological movements of the moment; in the Pop era, for example, the backgrounds of the photos were flat, thus creating strong chromatic contrasts.

In the '70s he participated in the theatrical events organized by Aldo Ristagno, using images on slides of shots taken before the performance and then projected in a rapid sequence, thus developing the concepts of Living Theatre. In the 1980s he returned to the use of colour, working with the mythical figures of Achilles and Cassandra, their features often blurred and transformed by placing a cement-framed block of glass in front of the lens.

His successive works reconcile a conceptual urgency with the use of very pure images in balanced compositions, obtained by placing objects on mirrored surfaces or in photographs where human bodies are reflected in similar bodies that, even if in different positions, formally and conceptually represent an inseparable double in a single equilibrium.

A series of thematic cycles follows, such as the flowers and fruits, dried and withered by time, the photos taken in Africa – rapid travel notes formed by impressions and recordings of different palm leaves; the black and white close-up portraits taken in and around Villa Romana. In these we can sense a kind of religious silence, as if watching the world was a ritual, what Cantini defines as the detachment of emotions, “observing the world” he writes, “eliminating noise until all its numerous harmonies can be heard.”

The work he presents at Uscita Pistoia is a return to the '70s, to the artists that Carlo Cantini worked with and to Remo Salvadori in particular. The intense and productive collaboration between the two included a series of photos taken between ’74 and ’75 at the Hotel Porta Rossa in Florence. The idea of action constituted the purpose of the initiative, the photos presented meaningful speed, Salvadori’s movements as he moved objects or changed the furnishings around, creating images similar to sequences in an experimental film. This artistic collaboration continued in the studio of Salvadori with a further cycle of works, an additional indication of a close harmonious understanding between two artists and their work.

Carlo Cantini was born in Florence, 1936, where he still lives and works.

 

 

 

La sua carriera artistica, ricca di esperienze, vede la sua prima formazione nell’ambito della fotoincisione, successivamente si è dedicato all’attività di fotoreporter, non per non molto tempo, poiché quest’ultimo aspetto della fotografia non traduceva esaustivamente il suo sentire intimo.

Il passo successivo fu l’apertura dello studio in Santo Spirito Firenze; entrò in contatto con diversi artisti, non solo fotografò i loro lavori ma ripercorse visivamente la suggestione della creazione artistica. I suoi lavori, avvalendosi sempre di una personalissima interpretazione, hanno testimoniato costantemente le espressioni artistiche e ideologiche del proprio tempo, ad esempio, in clima Pop, le foto presentavano campiture piatte a creare forti contrasti cromatici.

Negli anni Settanta partecipa alle operazioni teatrali di Aldo Ristagno, lavora ad immagini in diapositiva, di foto scattate prima degli spettacoli, poi proiettate in una sequenza serrata, elaborando le suggestioni del Living Theatre. Negli anni Ottanta l’artista recupera il colore, il mito, attraverso le figure di Achille e Cassandra, spesso con i contorni sfumati e alterati dall’uso di una mattonella di vetro-cemento posta davanti all’obiettivo.

I lavori successivi armonizzano insieme una urgenza concettuale con l’uso di immagini purissime di composizioni equilibrate, ottenute dall’appoggiare oggetti su superfici specchianti, o in fotografie dove i corpi umani riflettono se stessi attraverso altrettanti corpi che, anche se in posture diverse, ne costituiscono formalmente e concettualmente il doppio inscindibile di un unico equilibrio.

Nei cicli tematici seguenti come nella frutta e fiori spenti ed avvizziti dal tempo, nelle foto scattate in Africa, intese come appunti veloci di viaggio attraverso le impressioni e le registrazioni delle diverse foglie di palma; nei ritratti in primo piano di volti in bianco e nero, negli ambienti di Villa Romana; avvertiamo una sorta di sacrale silenzio, come se il guardare il mondo fosse un rito. É ciò che Carlo Cantini definisce distacco dalle passioni, “osservare il mondo - scrive l’artista - azzerando il rumore, affinché siano udite le sue innumerevoli armonie.”

Il lavoro presentato ad Uscita Pistoia ci rimanda agli anni Settanta, agli artisti che Carlo Cantini frequentava, e tra questi Remo Salvadori. La collaborazione intesa e proficua tra i due, vide il realizzarsi di una serie di scatti, tra il ’74 e ’75, all’Hotel Porta Rossa, in Firenze. L’idea di azione costituiva il fine dell’operazione stessa, le foto racchiudevano velocità espressive, gesti condotti da Salvadori nel momento in cui spostava oggetti, cambiava la sistemazione di un arredo, immagini molto vicine alle sequenze di un film sperimentale. La collaborazione artistica proseguì, in un ciclo di lavori successivo, nello studio di Remo Salvadori, come descrizione, ulteriore, di un comune sentire intimo tra due artisti e la loro arte.

Carlo Cantini nasce a Firenze nel 1936, dove attualmente vive e lavora.